Seduta Pubblica n. 058 - Martedì 02 Agosto 2016 - Seduta antimeridiana

COMUNICAZIONI DELLA GIUNTA REGIONALE: Comunicazione della Giunta regionale sulle politiche abitative (Comunicazione n. 10) - Risoluzione dei consiglieri Marras, Meucci, Gazzetti, Niccolai, Monni, collegata alla comunicazione della Giunta regionale n. 10 in merito alle politiche abitative (Risoluzione n. 50) - Proposta di risoluzione dei consiglieri Quartini, Giannarelli, Cantone, Bianchi, Galletti, collegata alla comunicazione della Giunta regionale n. 10 - In merito alla politiche abitative. Risorse (Proposta di risoluzione n. 53) - Proposta di risoluzione Quartini, Giannarelli, Cantone, Bianchi, Galletti, collegata alla comunicazione della Giunta regionale n. 10 - In merito alla politiche abitative. Governance (Proposta di risoluzione n. 54) - Proposta di risoluzione dei consiglieri Quartini, Giannarelli, Cantone, Galletti, collegata alla comunicazione della Giunta regionale n. 10 - In merito alla politiche abitative. Conflitto sociale (Proposta di risoluzione n. 55) - Proposta di risoluzione dei consiglieri Fattori, Sarti, collegata alla comunicazione della Giunta regionale n. 10 sulle politiche abitative (Proposta di risoluzione n. 56) - Proposta di risoluzione dei consiglieri Montemagni, Vescovi, Borghi, Casucci, Alberti, Salvini, collegata alla comunicazione della Giunta regionale n. 10 sulle politiche abitative (Proposta di risoluzione n. 57)

Vincenzo Ceccarelli (Assessore Infrastrutture, mobilità, urbanistica e politiche abiatative)

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PRESIDENTE: La parola all’ assessore Ceccarelli.

CECCARELLI: Grazie Presidente. La politica della casa è un ambito di ipotesi che probabilmente più di altre si presta ad una pluralità di obiettivi e può prevedere l’utilizzo di una grande varietà di strumenti. Dal dopo guerra ad oggi in molti Paesi a sviluppo avanzato e in particolar modo in Italia, uno degli scopi principali della politica della casa è stato quello della promozione dell’accesso di massa alla proprietà dell’abitazione di residenza. Come dimostra una recente indagine di Nomisma per Federcasa, alla fine degli anni ’90 si giunse alla convinzione che il patrimonio di edilizia popolare esistente fosse sufficiente per garantire risposte rispetto alla domanda abitativa e si fecero scelte conseguenti a questa convinzione, peraltro all'epoca del tutto ragionevole. Purtroppo in questo momento storico, caratterizzato sia a livello nazionale che regionale dal protrarsi degli effetti di una crisi economica che ha determinato conseguenze talvolta drammatiche soprattutto negli stati sociali più deboli della popolazione, lo scenario è ben diverso da quello di fine anni ’90, tanto che la domanda di edilizia popolare è tornata a crescere vertiginosamente negli ultimi anni. Tutto questo in un quadro nel quale risulta particolarmente complesso per la Pubblica Amministrazioni dare risposta alle sempre più pressanti istanze di aiuto al disagio e in cui si assiste alla contrazione della spesa pubblica. È evidente la contraddizione che emerge dal quadro che abbiamo descritto, poiché proprio in un momento di crisi l’attivazione di forti investimenti pubblici e privati sarebbe la base non solo per dare risposta alla emergenza abitativa, ma anche per sostenere l’occupazione e la tenuta produttiva del settore edilizio. Dico di più. Sulla base delle più recenti normative regionali in materia di governo del territorio e tutela del paesaggio, mi riferisco alla legge regionale numero 65 e al nuovo PIT, il Piano Paesaggistico, le politiche territoriali assumono particolare rilevanza anche nel perseguimento dell’obiettivo prioritario per contribuire al riequilibrio e ad un innalzamento qualitativo degli insediamenti esistenti, sia come riuso di contenitori edilizi inutilizzati, sia come completamento del tessuto urbano esistente; ma per quanto possa sembrare contraddittorio questo è il quadro nel quale oggi siamo chiamati tutti quanti noi ad operare, un quadro estremamente complesso in costante mutazione nel quale la Regione è impegnata a fare realizzare circa 1300 alloggi nei prossimi tre anni. Ricordo che alla fine del 2014 il patrimonio ERP gestito dalle undici aziende pubbliche per la casa operative in Toscana, era pari a 49.361 unità immobiliari. Vorrei anche sottolineare che nonostante i pesantissimi tagli alla spesa che hanno caratterizzato il periodo 2010 - 2015, la Regione ha garantito direttamente o indirettamente risorse per l’edilizia residenziale pubblica per un ammontare complessivo di circa 318 milioni di euro a cui si devono aggiungere 33 milioni di euro che sono stati impegnati a fine 2015 e che sono in liquidazione in queste settimane. Questa è la fotografia più recente della situazione esistente alla edilizia residenziale pubblica, molto lontana da quella che qualcuno ha tentato di costruire descrivendo una realtà nella quale si è smesso di investire e sulle politiche abitative in genere. Nel solo 2015, se vogliamo soffermarci sull’anno appena concluso, la Regione ha continuato ad investire in modo significativo in entrambi i campi. Abbiamo messo in campo oltre 73 milioni di euro di risorse, tutte mirate a sostenere i cittadini in difficoltà e il loro diritto ad avere una abitazione. Circa 47 milioni sono stati destinati alla edilizia residenziale pubblica tra interventi tradizionali, 33 milioni precedentemente richiamati e oltre il finanziamento di misure sperimentali come il cohousing, l’autocostruzione e la realizzazione di strutture di alloggio temporaneo. La misura sperimentale e’ per affrontare situazioni di grave emergenza abitativa ai quali sono andati 14,5 milioni di euro. In particolare queste ultime sono state risorse che siamo riusciti a sbloccare sul finire dell’anno scorso dando attuazione ad un bando che era stato pubblicato nel 2012. A questi fondi si sono aggiunti i contributi per il sostegno al canone agevolato pari a circa 8,3 milioni ed i contributi per la morosità incolpevole per 6,6 milioni, sto parlando del 2015. Qui è doveroso aprire una parentesi per quanto concerne le misure di sostegno alle abitazioni in locazione, il fondo sociale per l’affitto; la Toscana nel 2015 ha potuto contare sulla assegnazione di 6,2 milioni di euro dal fondo nazionale, che invece non sono disponibili nel 2016. A fronte di questo nel bilancio regionale sono state previste risorse per 4,5 milioni di euro, cioè il doppio di quanto liquidato nel 2015, a cui si aggiungono 500.000 euro dal fondo regionale per morosità incolpevole 2016 e oltre un milione di euro di autorizzazione all’utilizzo per il contributo affitti delle risorse regionali per morosità incolpevole, che non sono state impiegate l’anno scorso. È evidente che il taglio ai trasferimenti si farà sentire. A questo si aggiunge l’azione sostenuta dal fondo nazionale per la morosità incolpevole, che per il 2016 ha destinato alla Toscana 5 milioni di euro per i comuni capoluogo e i comuni ad alta tensione abitativa, cui si aggiunge un milione di euro allargando la gamma dei comuni che possono accedere a queste risorse rispetto a quelle statali. Stiamo valutando se alla della situazione creatasi non si possa dirottare una parte di queste risorse sul sostegno alle locazioni, ma solo per la quota regionale, perché quelle statali sono vincolate. Inoltre fin dallo scorso maggio ho posto questa situazione all’attenzione della commissione competente della conferenza regioni, poiché il tema non riguarda soltanto la Toscana. Di tutt’altro tenore è invece l’azione del Governo e del Ministero delle Infrastrutture, che ha messo a disposizione già nel 2015 1,6 milioni di euro per la ristrutturazione degli alloggi di risulta al fine di poterli assegnare agli aventi diritto. Dal 2016 abbiamo a disposizione invece circa 6 milioni di euro da destinare a questo tipo di investimenti e alle due tipologie di ripristino, quelli per interventi fino a 15.000 euro e quelli più posanti fino a 50.000 euro. Si tratta di una prima quota di un più complessivo piano del Governo sulla casa del totale di 467 milioni in tre anni, che porterà in Toscana la cifra totale di 26 milioni e 400.000 euro per i citati interventi sugli alloggi di risulta. Tra l’altro in questi giorni abbiamo fatto una delibera e abbiamo sbloccato l’80 per cento dei 5,9 milioni che ci sono stati assegnati quest’anno. Ricordo infine che anche il sostegno che negli ultimi anni la Toscana ha dato tramite il progetto regionale Giovani Sì, ai giovani in uscita dal nucleo familiare; il progetto ha ormai coinvolto circa 5000 giovani per un investimento complessivo di 39 milioni di euro. Abbiamo poi iniziato a gettare le basi della soluzione, come ho avuto modo di anticipare già nell’aprile scorso rispondendo in aula ad una interrogazione, la numero 251, che ci consenta di rispondere alla sempre più pressante esigenza di portare a completamento i progetti programmati o già assegnatari di finanziamento, con copertura dell’attuale fabbisogno ERP il cui ammontare è quantificabile in circa 100 milioni di euro. Quindi 100 milioni di euro, più i 40 che abbiamo sbloccato a fine anno sono 140 milioni di euro che coincidono con quelli che furono nel 2011 - 2012 dirottati verso il trasporto pubblico locale, fra l’altro finalità nobilissima perché in quegli anni si rischiava di tagliare il servizio pubblico, ma lo dico e lo sottolineo perché si ponga fine a questo fatto, che ci sarebbe stata questa distrazione di fondi, che tra l’altro non erano più fondi vincolati, ma che hanno ritrovato con provvedimenti che abbiamo preso e che stiamo provvedendo a prendere, la loro completa e totale riallocazione; perché di 140 milioni si tratta e non di cifre diverse. Abbiamo poi iniziato a gettare le... scusate, per fare questo procederemo alla accensione di un mutuo, una soluzione che è già stata verificata con la Banca Europea di Investimenti da parte... e insieme ad una delle società di gestione che su indicazione degli stessi gestori è stata individuata, vale a dire Casa S.P.A. di Firenze, la quale agirà come capo fila con oneri a carico della Regione, così da rispondere in modo efficace alle esigenze dettate dal fabbisogno finanziario per le case ERP, ma anche in modo sostenibile per il bilancio regionale, perché come tutti sapete il passaggio al bilancio armonizzato ha determinato cioè la decadenza di tutti quelli che erano gli impegni precedentemente assunti. Con deliberazione numero 667 del 12 luglio di questo anno e 690 del 19 luglio sono stati autorizzati inoltre interventi atti a far partire, in attesa della concessione del mutuo parte dei progetti relativi agli interventi previsti in località Sant’Ermete a Pisa e nel quartiere Garibaldi a Livorno; si è trattato in estrema sintesi di attingere a risorse già presenti nelle disponibilità dei gestori, ma soggetti a autorizzazione regionale per poter accelerare il più possibile gli interventi in queste due localizzazioni oggetto di particolare interesse. Quindi due interventi, che sono ambedue complessivamente di circa 10 milioni, partono con un primo stralcio in ambedue i casi. Accanto a questo consistente impegno economico, in presenza del descritto e progressivo mutamento dello scenario nel quale ci troviamo ad operare abbiamo avviato fin dall’insediamento della nuova Giunta un percorso di riordino e di riforma degli strumenti del quadro normativo, così da renderlo sempre più chiaro, più semplice ed efficace. Almeno questi sono gli obiettivi. Per far questo è stato avviato un gruppo di lavoro con l’obiettivo di rivedere alcune parti delle leggi regionali, la 41, la 5, la 77, sulla base del monitoraggio effettuato sulla loro applicazione, nonché, ci tengo a dirlo, la costruzione di un testo unico del settore che consenta di ottimizzare l’applicazione delle norme vigenti. Per quanto riguarda la legge regionale numero 41, l’obiettivo è in vista della recente entrata in vigore della legge, correggere alcune strutture emerse già nel corso del primo anno di applicazione, nonché a portare alcuni miglioramenti funzionali tra cui ad esempio l’adeguamento dei canoni per completare il percorso già realizzato con riferimento al solo canone mini. Le nostre prime valutazioni di modifica, che poi naturalmente potranno essere sviluppate dal Consiglio Regionale, riguardano in estrema sintesi: l’aggiornamento della graduatoria, vorremmo reintrodurre il principio di validità della domanda presentata dai richiedenti per 4 anni dalla data di pubblicazione del bando cui gli stessi hanno partecipato; l’utilizzo autorizzato dell’alloggio e variazioni del nucleo familiare, il subentro nell’assegnazione dell’alloggio sarà garantito anche ai figli nati successivamente, mentre gli altri soggetti entrati a far parte del nucleo dopo l’assegnazione sarà consistita soltanto la permanenza nell’alloggio mediante la stipula di un contratto di locazione a tempo determinato. L’assegnazione in mobilità e gestione della mobilità. Nei casi di sottoutilizzo dell’alloggio sarà prevista l’applicazione di un canone maggiorato da graduare in funzione del livello di sottoutilizzo, salvo che il nucleo stesso presenti formale domanda di mobilità verso un alloggio di dimensioni adeguate. Daremo la possibilità di eseguire di ufficio la mobilità anche per i casi di sovraffollamento, oltre che per le situazioni di grave sottoutilizzo, con la dichiarazione di decadenza per inottemperanza a tale provvedimento. Andranno ridefiniti gli elementi per la determinazione del canone di locazione. I criteri di calcolo dei canoni di locazione saranno ridefiniti facendo riferimento alla situazione reddituale convenzionale e ai requisiti soggettivi dei nuclei familiari, nonché alle caratteristiche oggettive dell’alloggio. Confermeremo le quattro fasce di reddito a cui corrispondono quattro tipologie di canone, il minimo quello sociale, il canone ordinario protetto e il canone massimo di solidarietà. La determinazione del canone maggiorato per il sottoutilizzo sarà un altro punto che vorremmo prevedere, vorremmo infatti una applicazione di un canone maggiorato per ogni vano utile medio dell’alloggio che determina il sotto utilizzo. Il superamento del limite della situazione economica, altro punto che intendiamo andare a considerare. Qui la dichiarazione di decadenza in caso di contenuto superamento del limite della situazione economica prevista con l’Isee, i 33.000 euro, sarà demandato alla discrezionalità dei comuni. L’accertamento periodico della situazione reddituale. Con l’obiettivo di garantire maggiore giustizia sociale si consentirà al nucleo familiare che subisca una diminuzione di reddito nel corso dell’anno per causata sopravvenuta disoccupazione da malattia di alcuno dei componenti il nucleo familiare stesso o da altre gravi situazioni personali o familiari debitamente documentate, ecco, lì consentiremo di chiedere la corrispondente riduzione anticipata di canone al soggetto gestore che provvede all’adeguamento con decorrenza dal con mese successivo a quello della documentata richiesta e non in tempi invece molto più lunghi come avviene adesso. Per quanto riguarda invece la legge 5 voglio precisare che non è intenzione della regione depauperare il patrimonio ERP in Toscana, bensì di qualificarlo, renderlo interamente disponibile con adeguato livello di manutenzione. In questo senso la proposta di modifica della legge punta in particolar modo a favorire l’alienazione degli immobili situati in condomini misti, per evidenti problematiche che attengono alle diseconomie e alla difficoltà di gestione. Inoltre si pone l’obiettivo di reinvestire in nuovi alloggi o in ristrutturazioni, pure con la consapevolezza delle attuali difficili condizioni del mercato. È evidente poi come in un quadro come quello che abbiamo descritto sia assolutamente inevitabile, oltre che necessario, una ampia revisione del sistema della governance con particolare riferimento all’articolazione dei lodi e dei soggetti gestori. Dai dati in nostro possesso infatti, che sono facilmente reperibili dal quarto rapporto sulla condizione abitativa che è stata presentata a fine dello scorso anno, appare in modo piuttosto chiaro come sia ormai non più rinviabile un intervento di razionalizzazione del sistema ERP, è infatti evidente a tutti come la consistenza del patrimonio immobiliare gestito ad esempio risulti un possibile fattore decisivo per limitare i costi di gestione sul patrimonio immobiliare e garantire la massima efficacia degli interventi; così come, per fare un altro esempio, la voce del “non riscosso” varia sensibilmente da gestore a gestore. L’obiettivo generale sarà dunque quello di garantire un approccio ed un modello più omogeneo possibile per tutta la Toscana. Al di là di quale potrà essere il numero più efficace dei gestori, del quale discuteremo insieme a tutti i soggetti portatori di interesse e su cui poi deciderà il Consiglio Regionale, quello che riteniamo necessario fare per la migliore efficacia del sistema è lo spostamento dai comuni ai soggetti gestori dell’onere dei controlli sulle riscossioni e sulla permanenza dei requisiti per il mantenimento dell’alloggio, così come per l’applicazione delle misure previste dalla legge in caso di inadempienza, con incentivi al raggiungimento degli obiettivi prefissati dal contratto di servizio. Nel caso in cui i gestori fossero inerti prevederà l’esercizio del potere sostitutivo da parte dei comuni stessi. Su queste prospettive ho avuto modo di iniziare a confrontarmi con ANCI, con i soggetti gestori, con i sindacati di categoria, trovando disponibilità alo confronto e senso della realtà. Insomma da quella assemblea, Presidente, che veniva richiamata prima, un po’ di acqua è passata sotto i ponti, ma in questi mesi si è cominciato e continuato a lavorare direi in maniera piuttosto proficua. In conclusione, oltre ad assicurare il massimo impegno dell’assessorato e dell’intera Giunta in merito a tutte le azioni appena citate, vorrei rendere esplicito come con questa operazione di riorganizzazione e mi auguro di semplificazione del quadro normativo e di attivazione di nuove risorse per gli investimenti necessari, vogliamo dare corpo ad una politica abitativa che coniughi diritti e legalità. Vogliamo infatti da un lato corrispondere al massimo grado al diritto alla casa attivando investimenti importanti per le cifre di cui ho appena parlato, al tempo stesso vogliamo avere e dare strumenti efficaci per colpire in modo rigoroso chi non ha i requisiti per godere degli aiuti, occupando alloggi senza averne titoli e sottraendoli così invece agli aventi diritto.

PRESIDENTE: Grazie a Vincenzo Ceccarelli, grazie per questa esaustiva relazione. La parola alla consigliera Elisabetta Meucci.